martedì 26 novembre 2013

Gemme dell’Impressionismo


Gemme dell’Impressionismo. Dipinti della National Gallery of Art di Washington. Da Monet a Renoir da van Gogh a Bonnard, Museo dell’Ara Pacis, Lungotevere in Augusta, Roma - 23 ottobre 2013 - 23 febbraio 2014
di Simonetta Sandri



La donna è senza dubbio una luce, uno sguardo, un invito alla felicità, e talvolta il suono di una parola; ma soprattutto è un’armonia generale, non solo nel gesto e nel movimento delle membra, ma anche nelle mussole, nei veli, negli ampi e cangianti nembi di stoffe in cui si avvolge, e che sono come gli attributi e il fondamento della sua divinità.
Charles Baudelaire, Le Peintre de la Vie Moderne (1863).

giovedì 21 novembre 2013

Negrita: Déjà Vu


Pillole di musica.... Negrita & Déjà Vu

di William Molducci

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Déjà Vu è un doppio album unplugged o per meglio dire semi-acustico, con cui il gruppo aretino dei Negrita ha voluto festeggiare i 20 anni di vita, rielaborando per l'occasione ben 24 canzoni, selezionate tra le migliori del loro repertorio, con l'aggiunta di due inediti: La tua canzone e per Anima lieve. Per dovere di cronaca ricordiamo che il loro nome si ispira a Hey Negrita, un noto brano dei Rolling Stones, inserito nell'album Black and blue del 1976: "Hey Negrita, hey now, move your body, move your mouth..." .

 
Un anno dopo l'uscita del Live i Negrita non hanno voluto ripetersi e per questo "non-best", hanno optato per la reunion in studio, con la formula dell'arrangiamento acustico, particolarmente adatto anche per portare il progetto nei teatri italiani. Come affermato dallo stesso Pau (frontman del gruppo): "Déjà Vu ci è sembrato il titolo più giusto perché parla di un’esperienza che credi di aver vissuto, ma che non hai mai vissuto veramente".

domenica 17 novembre 2013

Fiorella Mannoia: A te


Pillole di... musica:
A te - tributo a Lucio Dalla

di William Molducci

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"Cosa ho davanti, non riesco più a parlare, dimmi cosa ti piace, non riesco a capire, dove vorresti andare, vuoi andare a dormire". Era il 4 marzo 2013 in Piazza Grande a Bologna, quando Fiorella Mannoia partecipò alla serata dedicata a Lucio cantando Cara, una delle canzoni più commoventi scritte dal cantautore bolognese. Questo brano lo ritroviamo in A te, l'album tributo, che Fiorella ha voluto dedicare a Lucio.
Lucio Dalla ci ha lasciato da poco più di un anno e mezzo era quindi logico aspettarsi che qualche grande della canzone italiana proponesse un album tributo all'autore bolognese.


A te è stato registrato in presa diretta con l’orchestra Sesto Armonico e arrangiato da cinque famosi e bravi direttori d’orchestra quali Peppe Vessicchio (Cara), Pippo Caruso (Caruso e Anna e Marco), Stefano Zavattoni (Sulla rotta di Cristoforo Colombo e Se io fossi un angelo), Marcello Sirignano (Chissà se lo sai, Stella di mare, Milano e Felicità) e Paolo Buonvino (La casa in riva al mare e La sera dei miracoli). Tra i musicisti che hanno partecipato alla registrazione dell'album, oltre al gruppo di Fiorella, segnaliamo il pianista jazz Danilo Rea (Felicità e La casa in riva al mare), Tollak Ollestad (armonica in Milano), Clemente Ferrari (hammond in Chissà se lo sai? e Milano), Marco Siniscalco (contrabbasso in Sulla rotta di Cristoforo Colombo e Se io fossi un angelo) e Stefano Indino (fisarmonica in Anna e Marco).

giovedì 14 novembre 2013

Robert Capa in Italia, 1943-1944

Roma, Museo di Roma, Palazzo Braschi, 3 ottobre 2013-6 gennaio 2014

di Simonetta Sandri



Se le tue foto non sono abbastanza buone, vuol dire che non sei abbastanza vicino.

Quando mi sono avvicinata al monumentale Palazzo Braschi, un tardo pomeriggio d’inizio novembre, di Robert Capa sapevo solo che era stato, insieme all’indimenticabile Henri Cartier- Bresson, uno dei fondatori della grande e notoria agenzia Magnum Photos intorno alla fine degli anni 40, a Parigi. Avrei scoperto solo più tardi che la data precisa era il 1947 e che, quest'anno, il 2014, ricorreva l'anniversario dei 50 anni dalla morte di quello che, senza alcun dubbio, può essere considerato il padre del fotogiornalismo.

venerdì 8 novembre 2013

Simone Cristicchi - Magazzino 18 e altre storie


Pillole di... musica, storia e cultura: Simone Cristicchi - Magazzino 18 & altre storie

di William Molducci



"Siamo partiti in un giorno di pioggia, cacciati via dalla nostra terra, che un tempo si chiamava Italia e uscì sconfitta dalla guerra, hanno scambiato le nostre radici, con un futuro di scarpe strette e mi ricordo faceva freddo, l'inverno del '47 ". Queste sono le prime strofe del brano Magazzino 18 di Simone Cristicchi, che da il titolo anche allo spettacolo teatrale attualmente in scena nei teatri Italiani e istriani. Il 22 ottobre il musical-civile scritto da Simone Cristicchi e da Jan Bernas, con la direzione del Maestro Valter Savilotti della FVG Mitteleuropa Orchestra e la regia di Antonio Calenda, ha debuttato al Teatro Rossetti di Trieste.



lunedì 4 novembre 2013

Alberto Radius - Banca d'Italia



Pillole di... musica:
Alberto Radius - Banca d'Italia

di William Molducci

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Nove anni dopo Please my guitar (2004), Alberto Radius ritorna in veste di solista con un nuovo album, una raccolta di 15 canzoni scritte e arrangiate da lui, con i testi di due giovani e bravi autori: Andrea Secci e Tullio Pizzorno. Il progetto era iniziato qualche anno fa, ma, si era fermato dopo la scrittura dei primi sei brani a causa della morte prematura di Oscar Avogadro, paroliere storico di Radius e suo grande amico. Grazie all'entusiasmo dei due giovani parolieri, il lavoro è potuto riprendere sino al suo completamento. Per motivi legali i testi scritti da Avogadro sono stati firmati dalla moglie Laura Pertusi.
Il nome di Radius è legato a gruppi storici quali i Quelli (pre-PFM), il Volo e soprattutto la Formula 3 insieme a Tony Cicco e Gabriele Lorenzi, che esordirono nel 1969 con quello stupendo brano che è Questo folle sentimento, scritto da Battisti e Mogol. Alberto Radius è un virtuoso della chitarra, il primo di una serie di chitarristi italiani di gran talento, che hanno accompagnato i grandi della musica italiana e che hanno avuto anche una carriera solista. Per citarne qualcuno basta fare riferimento ai componenti del gruppo "Le custodie cautelari": Maurizio Solieri, Ricky Portera, Mario Schilirò, Cesareo, Giuseppe Scarpato, Luca Colombo, Max Cottafavi, Fabrizio Consoli, Cristiano Maramotti, oltre allo stesso Radius.
Banca d'Italia è registrato su di un unico CD, ma in realtà si tratta di un doppio album con più di un'ora di musica. Il titolo è stato scelto da Red Ronnie, ispirato da una sua fotografia, utilizzata come copertina dell'album e dal brano omonimo.
I brani descrivono con occhio critico la società italiana, come in Talent Show, tempio delle speranze e delle illusioni di migliaia di giovani. Con ironia e con un accompagnamento musicale volutamente sopra le righe e ripetitivo, viene descritta la superficialità che si cela dietro a questi show.
Banca d'Italia è il brano che dà il titolo al disco, il testo è stato scritto 12 anni fa da Oscar Avogadro, che con inusuale lucidità ha descritto quello che sta accadendo oggi in Italia: "... abbiamo fatto il tifo per gli indiani, mentre ladri e ciarlatani diventavano cowboy ...".
Il tango di Dedalo ci riporta ai tempi del brano Leggende, con lo splendido testo di Andrea Secci: "... non andare verso il sole, le tue ali non potranno sopportare, rischi di cadere in mare, ti dovrei vedere annegare, una vita, una fatica, senza te". Ottimo l'accompagnamento del pianoforte, con il ritmo di un tango incalzante, che dialoga con un Radius al meglio della sua espressione vocale.
Countdown si avvale di una batteria virtuale ripetitiva, con interventi massicci di chitarra elettrica, combinati insieme ad archi e violini, in una sorta di rapsodia di antica memoria (La grande casa), vestita con i validi testi di Tullio Pizzorno.
Come suona il tempo ha un sapore un po' nostalgico, la musica di Alberto tradotta nei testi di Avogadro, ci riporta alle loro produzioni più rilassate ed intimiste: "... senti un po', come suona il tempo, senti il ritmo che da a ogni battito di estasi e tormento ... senti un po' come suona il tempo qui, ma non si può non ballarci dentro e non tremare al vento, dei suoi folli aneliti, delle sue vertigini... ogni tanto c'è una stella che sa, dove cadere, c'è un frammento di universo che sta, dentro un bicchiere, puoi brindare con me ai nostri sogni ai nostri guai ...".
Questo album non rappresenta una rivoluzione dal punto di vista musicale/artistico nella storia di Radius e non ha la pretesa di esserlo, ma ci ripropone un autore che da tempo mancava dalle scene in qualità di solista e di cui si sentiva la mancanza. I brani sono stati registrati quasi integralmente dal vivo, suonati e campionati (come nel caso della batteria), soltanto da due persone: Jonni Pozzi e lo stesso Radius. Nell'album vengono proposti quindici generi differenti, uno per ogni canzone, c'è meno "chitarra" del previsto, se confrontato con le produzioni passate, ma l'entusiasmo e la spontaneità sono le stesse di sempre. Rispetto al passato si nota il desiderio di proporre qualcosa di nuovo ed originale, lontano dalle solite cover, oggi imperanti nella discografia italiana.
Da notare che nella versione in vinile sono stati inseriti tre brani in meno e alcuni sono stati sfumati, questo è dovuto al fatto che la capienza di un disco in vinile è tecnicamente inferiore a quella del CD. I brani prodotti per l'album sono stati ben 24, da questi Radius ne ha selezionati 15, quindi teoricamente esiste un nuovo album chiuso nel cassetto.
Banca d'Italia è un disco in parte politico (anche se meno che nel passato), a partire dalla sua copertina, che vede un barbone dormire sotto due labbra rosse disegnate sul muro. Secondo Red Ronnie le labbra sorridono e il barbone dormirà sino a quando non ci accorgeremo che il nostro vero valore è la cultura, per Radius invece le labbra stanno scomparendo e il barbone rappresenta la condizione degli italiani di oggi.

Copyright © William Molducci