martedì 21 gennaio 2014

Pia Valentinis, Mauro Evangelista, Raccontare gli alberi

Pia Valentinis, Mauro Evangelista, Raccontare gli alberi, Rizzoli, 2012

di Simonetta Sandri


Lì stanno piantati alti alberi sempre in rigoglio, peri e melograni e meli dagli splendidi frutti, e fichi dolci e ulivi rigogliosi. Mai, per tutto l'anno, i loro frutti appassiscono ne' vengono a mancare, sia inverno oppure estate, ma sempre il soffio di Zefiro gli uni fa spuntare, gli latri fa maturare. Omero.


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Sono a Faenza, alla Casa del Sole, cerco un regalo originale per la Befana dei nipotini.
Adoro questi negozi dove anche gli adulti riescono a sognare e a tornare un po' bambini. Quando vi entro divento leggera, annego il pensiero nei colori e nel silenzio che solo i giochi di legno profumato riescono a conservare. Accarezzando gli scaffali scorgo una copertina con alberi e tronchi zebrati immersi nel verde. Attirata come sempre dalla Natura, mi avvicino a questo libro dalle grandi dimensioni, sottile e filiforme ma alto, proprio come un tronco d'albero. Apro le pagine ruvide e vi lascio scorrere le dita che magicamente vengono attirate da colori e disegni quasi d'altri tempi

 
Lui, accanto a me come sempre, ultimamente, nei momenti magici e delicati, mi regalerà quei tratti adagiati sui miei pensieri diventati ancor più leggeri. Anche io avrò il mio regalo di questa Epifania nuova e felice. È un libro per bambini che vogliono imparare a riconoscere i nostri amici fedeli, quei rami che svettano sereni e sicuri verso il cielo alla ricerca di luce ed energia. Ma si rivolge ed è adatto sicuramente anche agli adulti perché rispettino e apprendano quell'energia vitale. Ogni disegno delicato è accompagnato da una sua storia e da un riferimento poetico. L'ulivo è affiancato dalla parole di Federico Garcia Lorca, il pino marittimo dai versi di Gabriele D'Annunzio, il limone da quelli di Eugenio Montale, la quercia dal ritmo di Giovanni Pascoli; appaiono i cipressi di Giosuè Carducci, gli abeti dai quali Stradivari ricavava i violini, il colle e le siepi cari a Giacomo Leopardi, i pioppi vibranti descritti da Clemente Rebora, i gelsi della grande Ada Negri.
Si impara a riconoscere l'albero e ad associarvi un pensiero.
E poi vi sono le leggende e le fiabe, come quelle di Piramo e Tisbe che si incontravano furtivamente all'ombra di un gelso, di Filemone e Bauci trasformati in quercia e tiglio, degli innamorati Pan e Borea o di Morfeo che si rifugiava sotto gli olmi. Ci perdiamo in queste pagine, nelle foglie e nelle chiome di disegni a pennellate e china che ci riportano ai pensieri di fanciulli, quando all'ombra di un giardino in fiore si sognava di scappare lontano e di viaggiare per il mondo solo con uno zainetto zeppo di matite colorate e carta di Fabriano su cui ricamare. Qui non cadono le foglie, molti alberi restano verdi, altri sono rossi, anzi quasi arrossiti, imbruniti dal vento autunnale che ne scompiglia le chiome. Anche i candidi ciliegi giapponesi, degni dei più maestosi imperatori, ci ricordano come si celebra l'arrivo della primavera, in un pomeriggio invernale dove restiamo quasi inermi, accoccolati davanti al camino acceso e scoppiettante. Il vento porta con sé i fiori di questi alberi maestosi e sereni e li trascina fino al biancore candido delle nubi di panna.


Ci perdiamo ancora, distesi sull'erba con il naso all'insù, osservando l'azzurro del cielo primaverile mentre fuori nevica. Le stagioni sono confuse, in questo momento, non riusciamo a distinguere dove siamo, siamo un po' come naufraghi persi nel nulla del mare azzurro intenso. Perché questi alberi ci prendono per mano e ci lasciano sognare, mentre, palpitanti, felici e sereni, di nuovo e sempre eternamente bambini, restiamo abbracciati. Pagine, colori, parole d'amore e rispetto. Che bella Epifania.

Vengono i giorni della fioritura
e i tigli in una cinta di steccati
diffondono insieme con l'ombra
un irresistibile aroma.
La gente che passeggia sotto i tigli
col cappello d'estate vi respira
questo forte odore inesplicabile,
ma familiare all'intuito delle ali.
Boris Pasternak

Copyright © by Simonetta Sandri

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