lunedì 12 gennaio 2015

Joe Vescovi, un ricordo tra rock e cinema

di William Molducci

Se n’è andato Joe Vescovi, lo storico tastierista biondo dei The Trip, una delle più interessanti progressive band italiane degli anni Settanta. Terminata l'avventura con il gruppo, Vescovi, aveva continuato a suonare il suo organo hammond con Acqua Fragile, Dik Dik, Tarrot, Knife Edge, Umberto Tozzi, Shout!, per poi riformare la vecchia band, sotto forma di trio.





The Trip

The Trip è stato un complesso progressive anglo-italiano, formatosi a Londra nel 1966 grazie a Riki Maiocchi che, dopo aver lasciato i Camaleonti, voleva formare un gruppo di supporto di genere “rock psichedelico”. Nell’autunno dello stesso anno il cantante e i musicisti esordirono in Italia con il nome “Maiocchi & The Trip” ma, un anno dopo la formazione, fu largamente cambiata, con l’arrivo, tra gli altri, di Joe Vescovi alle tastiere. Nel quintetto iniziale c’era anche Ritchie Blackmore, icona rock, che successivamente suonò con i Deep Purple e poi fondò i Rainbow.

The Trip proposero un sound che nasceva da un mix di generi quali: psichedelico, beat, blues e influenze sinfoniche, fortemente ispirati dal gruppo americano dei Vanilla fudge. Nel retro della copertina del loro primo disco il loro genere è definito "musica impressionista", termine improprio che identifica la corrente musicale di Claude Debussy, inoltre, è simpaticamente riportata la frase: “Tutti gli effetti speciali sono stati realizzati esclusivamente con quattro normali strumenti quali organo, basso, batteria e chitarra”.




In meno di due anni (dal 1970 al ’71) il gruppo pubblicò, per la RCA Italiana, due album: “The Trip” e “Caronte”, quest’ultimo evidenzia ancora di più il passaggio al genere progressivo, dedicando il concept al celebre traghettatore dantesco e il brano “L’ultima ora e ode a Jimi Endrix” al grande chitarrista americano. “The Trip” e "Caronte" sono i primi album di progressive Italiano insieme a "Concerto grosso n°1" dei New Trolls, "Collage" delle Orme, “In the beginning" dei Nuova Idea, “L’uomo” degli Osanna, “Storia di un minuto” della Pfm, “Terra in bocca”, il concept album de I Giganti...
All’interno dei The Trip, Joe Vescovi componeva le musiche, mentre i testi inizialmente erano di Bill Gray e, dopo la sua uscita, di Arvid “Wegg” Andersen.

Le tastiere di Joe Vescovi diventarono lo strumento predominante nella maggior parte dei brani, anche se non mancavano fraseggi di chitarra in stile rock progressive “psichedelico”. Come spesso succedeva in quel periodo, ci furono cambiamenti nella formazione, che divenne un trio con tastiera, basso e batteria, sull'esempio di Emerson, Lake & Palmer. Nel 1972 fu pubblicato “Atlantide”, un concept album che si ispira al mito del continente scomparso, metafora del declino della società totalitaria. La stessa formazione, per conto della Trident, pubblica nel 1973 “Time of Change”, ultimo album della loro discografia. Anche questo è un disco a tema unico (mitologico) che, rispetto ai precedenti, sottolinea le contaminazioni con musica classica e jazz.

Terzo canale - Avventura a Montecarlo: il film

Si tratta di un road-movie che si muove tra situazioni, colori e scenografie hippy, sospeso tra musica, ironia e comicità, trattate con un gusto tipicamente italiano. Il film si divide in due parti, quasi fosse stato scritto da autori diversi. Nella prima parte i tempi comici sono più lenti, mentre il montaggio segue un ritmo veloce ed essenziale, nella seconda, prevale il genere commedia, con legami narrativi affidati a Mal, un improbabile cavaliere/attore, punto di riferimento per lo sconclusionato viaggio del gruppo di musicisti alla ricerca della città (perduta) di Montecarlo. Quando tutto sembra concluso e, anche le gag si sono esaurite, il film si trasforma in documento o, per meglio dire, in “testimonianza”. Montecarlo diventa Roma e, più precisamente, le Terme di Caracalla, dove si sta realmente svolgendo il 1° festival rock Italiano, con The Trip tra i protagonisti.




Il film, diretto da Giulio Paradisi (per molti anni aiuto di Federico Fellini), rivisto con gli occhi di oggi e slegato dal contesto sociale e politico degli anni ‘70, acquista uno spessore diverso, riuscendo a fare apprezzare situazioni grottesche al limite del paradosso, rappresentando il passaggio dal periodo beat a quello del rock progressive italiano.

Gli anni 2000

Negli anni duemila Vescovi incise due album con gli Shout!, una tribute band dei Beatles. Nel 2010 The Trip si ricostituirono nella formazione trio, con il supporto di alcuni giovani, per prendere parte alla Progr Exhibition tenutasi al Teatro Tendastrisce di Roma e all'Italian Progressive Rock Festival di Tokyo (dove venne registrato Live in Tokyo 2011). “Terzo canale – avventura a Montecarlo” occasionalmente viene trasmesso da Iris, su Facebook è stato creato un gruppo che si propone di farne realizzare il DVD ufficiale.




Un breve ricordo di Bruno Vescovi, fratello di Joe

Da quando il gruppo dei Trip si è ricostituito ho visto due volte Joe: al memorial di Weg Arvid Andersen e Billy Gray Alassio, dove erano presenti anche il Cerchio Magico e Silvana Aliotta. Joe praticamente giocava in casa, buona parte della sua carriera (e dei Trip) l'ha costruita in quella zona. La manifestazione fu un vero successo, un ritrovo di vecchi amici e di “vecchie glorie” del rock. La seconda e ultima volta che l'ho visto suonare è stato nella primavera del 2013 a Villanova di Albenga, in un concerto cui parteciparono gruppi come Biglietto per l'inferno, Delirium e Simonetti II.

Formazioni “The Trip”:
1967-71:
William Gray (chitarra, voce)
Joe Vescovi (tastiere, voce)
Arvid "Wegg" Andersen (basso, voce)
Pino Sinnone (batteria)
1972-73:

Joe Vescovi (tastiere, voce)
Arvid "Wegg" Andersen (basso, voce)
Furio Chirico (batteria)
La formazione del 1966 comprendeva Ritchie Blackmore, Arvid Andersen, William Gray e il batterista Ian Broad,

Copyright © by William Molducci

Nessun commento:

Posta un commento