martedì 24 febbraio 2015

La verità sul caso Harry Quebert

La verità sul caso Harry Quebert di Joël Dicker

di Eleonora Bonoretti

Il mio amore per i romanzi gialli comincia da bambina, la prima volta che lessi “Uno studio in rosso” di A. C. Doyle rimasi affascinata dalle avventure del Signor Holmes e del fedele amico Watson, da quel momento fu un susseguirsi di romanzi e racconti in cui tentare di scoprire il colpevole per arrivare alla deduzione finale, prima del protagonista.




 
Hercule Poirot e Miss Marple (Agatha Christie), Nero Wolfe (Rex Stout), l’Ispettore Wexford (Ruth Rendell), Auguste Dupin (Edgar Allan Poe), sono solo alcuni dei personaggi che costruirono la mia passione per questo genere di letteratura. Al momento di scegliere la facoltà universitaria per un momento pensai addirittura a Criminologia, mi vedevo bene nelle vesti di criminologa, quanto meno per tutti i casi che avevo risolto tra una pagina e l’altra.
Scelsi altro e l’amore per i gialli si spense e rimase silente per molto, molto tempo.
Recentemente, complice il suggerimento di un amico, e una giornata in libreria senza le idee chiare, la mia attenzione è finita su questo libro che nel retro copertina promette: “Se iniziate questo romanzo, siete fottuti. Non potrete evitare di correre fino all’ultima pagina. Sarete condizionati, sviati, freddati, stupiti, appassionati da una storia fatta di mille intrecci, piste false e colpi di scena” (B.Pivot, Le journal du Dimanche).
Devo ammettere che 770 pagine mi sono sembrate tante al momento dell’acquisto, ho pensato che una volta a casa avrei concesso all’autore le prime dieci pagine per convincermi. E’ un atteggiamento presuntuoso, ahimè, ne sono consapevole, ma sui romanzi gialli sono molto esigente, credetemi, non è stato necessario arrivare nemmeno alla terza pagina per ritrovarmi completamente immersa nel racconto e assolutamente “incastrata”. Questo romanzo è diventato il mio compagno di parecchie pause pranzo, attese in uffici e serate sul divano, impossibile abbandonarlo.


La verità sul caso Harry Quebert” è il secondo romanzo di Joël Dicker, ha ottenuto il Grand Prix du roman de l’Académie Francaise 2012 e il Prix Goncourt des lycéens 2012; è in corso la traduzione in oltre 25 paesi.
E’ un libro ben scritto, la scrittura è fluida e snella, lo spazio temporale si intreccia, in un’alternanza di presente e passato, così come le vicende umane si mescolano fra il romantico e il giallo. Marcus Goldman, il protagonista è un giovane scrittore di successo costretto a confrontarsi con il “blocco dello scrittore” che lo porta a trasferirsi ad Aurora nella casa del suo insegnante di Letteratura dell’Università, Harry Quebert.
Ed è proprio nella villa del suo ex-maestro, che è rinvenuto nel giardino il cadavere sepolto di una quindicenne scomparsa nel 1975, Nola Kellergan. Il responsabile appare subito Harry Quebert, che è trasferito in carcere, dopo aver ammesso una relazione con la ragazza e di aver scritto il suo più grande successo, “Le origini del male”, pensando alla storia con lei.
Marcus, più che mai convinto della sua innocenza, comincia a investigare sul caso, riuscendo a scoprire i segreti più nascosti della piccola cittadina del New Hampshire. Tra testimonianze del passato, flashback, appunti, vecchi trafiletti e riflessioni, il giovane scrittore apre il tavolo dell’investigatore, dove ogni lettore può tentare di indovinare il finale. I colpi di scena e gli imprevisti non mancano e fino alla fine appare difficile avere chiaro come si concluderà. Non mancano nemmeno i sentimenti e i saggi consigli che il Professor Quebert dispensa al giovane Marcus. Trentuno consigli, uno a ogni apertura di capitolo.

Quando arrivi alla conclusione di un libro, Marcus, devi regalare al lettore un colpo di scena finale”.
Perchè?”
E me lo chiedi? Perché bisogna mantenere il lettore con il fiato in sospeso fino in fondo. E’ come quando giochi a carte: devi conservarti qualche asso per l’ultima mano”.
“… un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito”.

Per me è stato davvero un bel libro, mi ha saputo coinvolgere, mi ha emozionato e divertito. Non avrei potuto chiedere di più.
Buona lettura.

Copyright © by Eleonora Bonoretti

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