giovedì 6 agosto 2015

Curfew di Shaw Christensen

Curfew (coprifuoco)

di William Molducci

Curfew è il corto che negli ultimi anni ha vinto il maggior numero di premi, collezionando una quarantina di riconoscimenti ricevuti nei festival di tutto il mondo, tra cui l'Oscar 2013, nella categoria cortometraggi.
Il film racconta la storia dell'incontro tra un uomo depresso e Sophia, la nipotina di nove anni, interpretata dalla piccola e bravissima Fatima Ptacek.





Ritchie, il protagonista del film interpretato dallo stesso Christensen, mentre attende la morte in una vasca da bagno, dopo essersi tagliato le vene, è interrotto dallo squillare del telefono. Con la lametta ancora tra le dita insanguinate, prima titubante poi incuriosito, allunga il braccio e risponde al telefono. Si tratta di sua sorella che, pur ritenendolo un irresponsabile, gli chiede se può occuparsi per qualche ora di Sophia. 
 
I rapporti tra i due sono interrotti da qualche anno ma le circostanze costringono la donna ad affidare la figlia al fratello, per affrontare una situazione difficile legata a violenze fisiche subite da parte di un uomo. Ritchie decide di rinviare il proprio suicidio e si medica con un po' di garza, in modo da tamponare l'uscita del sangue e coprire il taglio procuratosi al polso. 
 
Quello che Ritchie ancora non sa è che quella bambina si dimostrerà molto più matura e intelligente di lui e, dopo qualche momento di diffidenza reciproca, riuscirà a dargli nuovo interesse per la vita.

Scena tratta dal film

Il regista ha tratto l'idea del film da una conversazione avuta con una ragazzina di nove anni, occasione in cui si e reso conto che per molti versi lei era molto più intelligente di lui. I bambini a quell’età assorbono così tante informazioni e lo fanno con una tale energia, che possono esser fonte di grande ispirazione. Gli adulti, invece, di qualsiasi parte del mondo siano, con il passare degli anni si fanno più disincantati e indifferenti.

A Christensen piaceva l’idea di esplorare i caratteri di due persone così diverse: una bambina piena di vita e un adulto completamente svuotato ma con dentro di lui un bambino interiore un po' sopito.






Copyright © by William Molducci


Nessun commento:

Posta un commento