martedì 26 aprile 2016

Marco Cantini – Siamo noi quelli che aspettavamo

di William Molducci

Marco Cantini, cantautore fiorentino, è l’autore di questo viaggio nel tempo, diviso in tre atti, un concept storico-generazionale di 15 canzoni che racconta le vicende di un professore bolognese, un bestiario rivoluzionario sul graduale passaggio da una condizione migliore a una peggiore, da ricercatore a insegnante a chiamata. La trasposizione temporale crea il pretesto per incontrare artisti e scrittori, nei giorni in cui prendevano coscienza delle loro capacità: Pier Vittorio Tondelli, Andrea Pazienza, Frida Kahlo, Filippo Scozzari, Tanino Liberatore, Stefano Tamburini, Massimo Mattioli.
 
 

E’ la nostalgia o la voglia di comprendere i tanti fallimenti che porta il protagonista a voltarsi indietro e a sognare di ritornare a Bologna, nel 1977, tra le prime radio libere, i carri armati di Stock 84, le barricate del movimento studentesco e gli scontri con la polizia. Nei giorni in cui perde la vita Francesco Lorusso, il punk-rock domina i concerti giovanili e comincia ad affermarsi, attorno al DAMS, un fermento artistico che condizionerà i decenni successivi.

Marco Cantini


Pazienza” è il titolo del brano e del video dedicati ad Andrea Pazienza, il fumettista e pittore scomparso a soli 32 anni, autore di “Zanardi” e “Gli ultimi giorni di Pompeo”, disegnati con il caratteristico tratto essenziale, così come il brano a lui dedicato. Canini ne fa un ritratto di avanguardie sospese o, come recita il testo: “La più bella striscia di fumo sulla terra”, partendo dal ritorno a Montepulciano, ultimo tratto del suo cammino. 

"Siamo noi quelli che aspettavamo" è il socondo album di Marco Cantini
 
Cinque ragazzi” riporta ancora al mondo dei fumetti, tanto in voga in quel periodo, ai tempi delle riviste “Cannibale” e “Frigidaire”, che rivoluzionarono la satira italiana, proseguendo l’esperienza de “Il Male”. La canzone pur struggente è quasi ballabile, grazie al ritmo imposto dalla fisarmonica suonata da Giacomo Tosti.

Technicolor” introduce il secondo atto e porta il professore negli anni ’80, dove l’edonismo e la televisione commerciale spazzarono via il bianco e nero della perduta innocenza. Cantini canta con Giorgia Del Mese, proponendo una ballata dal sapore cantautorale, in cui elenca i miti di quel periodo, accompagnato dall’evocativo piano Hammond di Lele Fontana e dal malinconico violino di Francesco Moneti.

La cover del disco

Il Professore incontra Pier Vittorio Tondelli in “Soffia profondo Pier”, uno dei brani più belli e centrali del disco, arricchito dall’intervento al sax di Claudio Giovagnoli. Il passo successivo, nella canzone “L’esilio”, vede la pittrice messicana Frida Kahlo accogliere Trockij nella casa Azul, con la voce di Letizia Fuochi che affianca quella di Cantini. 
 
Prima del risveglio, quindi ancora nella seconda parte, l’incontro è con Federico Fellini nel brano “Vita e morte di Federico F.”. Qui il sogno si sposta in Messico alla ricerca di Castaneda, per la sceneggiatura di un film che non sarà mai girato.
Il terzo atto porta “Fuori dal sogno” e la decisione di andare via dal paese, un “Preludio all’addio” che si compirà con “In partenza”, l’ultimo brano che ci lascia con un paradosso: “Pensa liberamente, ma ubbidisci per sempre”.

"Pazienza" è il primo video tratto dal nuovo album di Cantini


L’opera si avvale di importanti collaborazioni, tra cui, Erriquez della Bandabardò, Francesco Moneti dei Modena City Ramblers, a Giacomo Tosti, Bernardo Baglioni, Luca Lanzi della Casa del Vento.

Il secondo disco di Marco Cantini porta compie un viaggio nella memoria, dove luoghi, situazioni e personaggi sono soltanto apparentemente lontani dal presente. Il progetto musicale è fuori dagli schemi e dalle logiche di mercato ma Cantini riesce a compiere il suo ambizioso viaggio nel tempo con lucidità intellettuale e talento musicale. Quegli anni ce li racconta un “ragazzo” nato nel 1976 e noi, che abbiamo qualche anno in più, cogliamo l’occasione per ricordare e riflettere.

Il video ufficiale di “Pazienza”:




Copyright by William Molducci

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