sabato 4 giugno 2016

Bologna Street Photography: After Hours

After Hours - Fuori orario

di Lucia Casadio

Sono le 11 a Bologna. Puntualmente sono in ritardo, esco velocemente dal condominio e mi dirigo a passo spedito verso via Zamboni. Un quarto d'ora e sono arrivata. Sono le 11 e 30 nell'aula III, una delle numerose aule universitarie di via Zamboni, una di quelle vecchie, con i banchi e le sedute di legno che, in un crescendo, si allontanano sempre di più dalla cattedra del professore, centro nevralgico delle attenzioni degli studenti. 



La lezione sarebbe dovuta iniziare alle 11 e ormai che anche il quarto d'ora accademico è passato, tra scambi di opinioni e programmi per la serata, le possibilità di vedere entrare il professore dalla porta sono ormai esigue, se non nulle.
Sono le 11 e 30 ed entra quello che al liceo si sarebbe chiamato bidello per avvisarci che il professore è impegnato in una riunione di dipartimento che si sta prolungando più del previsto. Uno sguardo tra colleghi, il pensiero è uno e comune a tutti: "Non arriverà, niente lezione oggi".






Sono le 11 e 35 e l'aula III è vuota. Mi dirigo verso due rampe di scale che conosco a memoria, scendo i gradini in un gesto ormai meccanico e guardando le pareti dipinte che mi circondano riesco a orientarmi e a capire quanto manca all'uscita.





Sono le 11 e 40 fuori dalla facoltà e davanti all'ingresso ci siamo noi studenti, due turisti e qualche simpatico ragazzo che cerca di venderci accendini o pacchetti di fazzoletti; nell'aria certamente ossigeno e ancora più certamente nicotina. Le voci si mischiano e si accavallano a sonore risate: un bel trambusto per chi non è abituato, un leggero ronzio per chi frequenta quotidianamente via Zamboni.





È uno strano meccanismo l'abitudine, ci consegna indifferenza e apatia in cambio di una buona dose di stabilità e sicurezza; un compromesso di cui molti non possono fare a meno, una costrizione da cui invece altri fuggono. È un processo inconscio e ne diventiamo consapevoli solo quando nasce in noi il bisogno di novità e di maggiore libertà, o quando qualcuno si sorprende di qualcosa che a noi non sorprende più, assorbito com'è nella nostra routine.





Sono le 11 e 45 e posso dire con certezza che quel tocco d'arte che investe i muri della mia università è per me abitudine; non per questo però cessa di essere arte. L'ho realizzato ora, quando ho visto un signore tedesco fotografare una delle tante pareti dipinte.





Sono le 13 e dopo un pranzo veloce a casa sono di nuovo in via Zamboni, con una macchina fotografica al collo. Inizio a scattare e a ogni click riscopro quella novità che mi aveva colpito il primo giorno di università, quando spaesata salivo per la prima volta quelle scale che ora conosco a memoria.








Sono le 14 e sull'agenda che porto sempre con me inizio a scrivere parole che escono da sé. Parole che sono accompagnate da una promessa fatta a me stessa e che mi ripeto in testa: "Non farti sovrastare dall'abitudine, fotografa di più, non rinunciare alle novità, vivi scoprendo, non trascurare i dettagli".




Sono le 15 e c'è tempo solo per un caffè al volo in piazza Verdi, sta per iniziare una nuova lezione, forse.


Altri Street Photography di Lucia Casadio:

Bologna, Via Zamboni, 38


Bologna, Lucio Dalla - All'amico Lucio 


Copyright by Lucia Casadio


1 commento:

Anonimo ha detto...

Bello. Mi è venuta voglia di rivedere il film di Scorsese

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