lunedì 25 luglio 2016

Intervista a Roberto Bruno – La musica di Rob Run

di William Molducci

S’intitola “Anyway” il nuovo album di Rob Run, nome d’arte di Roberto Bruno, 10 canzoni frutto d’impegno e passione in cui riecheggiano le atmosfere british dei primi anni ‘60. Il CD, prodotto da Massimo Monti per la M.A.P. - Musicisti Associati Produzioni, è stato realizzato con le importanti collaborazioni di Gerardo Tarallo, Ricky Bezzini, Laura Bruno, Claudia Patti e Guido Block.




Hai appena pubblicato il tuo nuovo album, com’è nato questo progetto?
Anyway” è la sintesi della mia esperienza artistica; da sempre ho sognato di scrivere le mie canzoni e di cantarle, ispirato in questa mia passione dal cantautore Paolo Morelli degli Alunni del Sole, che ho conosciuto da bambino e frequentato come amico di famiglia. Il nuovo lavoro è un disco pop che ricorda il sound dei Beatles, ma non è nostalgico o evocativo, si tratta di una sfida musicale non facile in un momento in cui la musica estera domina il mercato.

Laura Bruno ha realizzato la copertina dell'album


Tra i crediti del disco emergono le collaborazioni con Gerardo Tarallo e Guido Block?
Gerardo Tarallo, autore, compositore, arrangiatore, nei primi anni settanta ha iniziato la sua carriera collaborando con la casa discografica Durium, dove fu apprezzato da musicisti quali Pino Calvi, Armando Sciascia, Tony De Vita e Marcello Minerbi (I Marcellos Ferial). Nel 1972 la sua canzone “La mente nuda”, interpretata da Paolo Del Ponte, rappresentò l’Italia al Festival Europeo di Lisbona. Ho conosciuto il Maestro Tarallo alcuni anni fa e la mia esperienza nel campo musicale è strettamente legata a lui. Con Gerardo ho realizzato un singolo nel 1989, poi nel 2005 mi ha invitato a scrivere la canzone con cui ho vinto, come autore, il Bimbofestival a Milano. Guido Block è il bassista dei Four Tiles, con lui è iniziata una proficua collaborazione, in “Anyway” ha suonato basso e chitarre elettriche, oltre a supervisionare i miei testi in lingua inglese. Mia moglie, Claudia Patti, mi ha efficacemente affiancato per le doppie voci e i cori. 

Roberto Bruno
 

Il legame della tua musica con i Beatles è evidente, si tratta di una passione che viene da lontano?
E' senz’altro passione! I Beatles hanno cambiato la storia della musica e mi hanno contagiato. Sin dall’adolescenza ascoltavo e cantavo i loro brani, sognando di potere un giorno creare un gruppo con cui cantare le mie canzoni. 


 

La Rosa dei Venti della copertina del Cd, dipinta da tua sorella Laura Bruno, rappresenta la mappa con cui esplorare il tuo lavoro?
Laura è un’affermata pittrice, mi venne a trovare proprio nei giorni in cui dovevo scegliere l’immagine della copertina. Dopo averle spiegato cosa stavo cercando, quasi di getto realizzò la rosa dei venti, con l’idea di un viaggio interiore attraverso il simbolismo delle 10 sephirot dell'albero della vita, cui corrisponde ogni brano di “Anyway”. Devo a lei anche il mio nome d’arte, una sintesi di quello anagrafico trasformato in augurio: Rob Run – Corri Rob!

Salerno – Milano, come si collegano Sud e Nord nella tua musica?
Il Sud è nel cuore con il sole e il suo ritmo lento, che diventa quasi ipnotico in estate. Sono irpino di Casalbore, antico borgo ricco di storia e reperti archeologici, ma ho vissuto a Salerno, città tra la divina costiera amalfitana e i templi di Paestum. Questi sono luoghi d’incanto in cui l’arte è ovunque, anche nell’aria. Milano ha una bellezza diversa, il fascino di capitale della moda, in grado di offrire opportunità che il sud non consente. Il nord è oggi la mia realtà, con la sua frenesia che penetra anche il pensiero. Il mio sound è perciò diviso: Salerno nel cuore e Milano nella mente, un po’ come la moglie e l’amante. Entrambe convivono nella mia musica, nel ritmo ripetitivo e nostalgico, nel suono dolce e leggero che diventa a volte più vibrante e nervoso, come due anime divise che cerco di conciliare tra vita e arte.



Qualche ricordo personale di Paolo Morelli…
Il mio ricordo di Paolo è legato ai suoi live, quando sin dalle prime note di “Concerto” il pubblico era rapito dalle parole e dalla sua splendida voce. Io ero piccolo e per me ha rappresentato una sorta di imprinting artistico, ho sempre desiderato di seguire la sua strada. Quando avevo circa 10 anni, Paolo era ospite a casa mia a Salerno per qualche giorno di vacanza, mentre eravamo a tavola intonò alcune canzoni con quella voce che da sola dava i brividi. Ero soltanto un bambino ma ho sempre conservato nel cuore quel momento. Qualche anno dopo fui ospite a casa sua, dopo pranzo si mise al pianoforte ed eseguì alcune composizioni inedite, con la massima semplicità mostrava il suo grande talento.
La sua morte, tre anni fa, mi colse impreparato, ero a Milano e soffrii molto, i media non diedero la giusta attenzione alla scomparsa di uno dei più grandi artisti della musica italiana. Mi resta il suo dono: l’amore per la musica e tanto affetto.

Fotografie di  Fulvio Cappanera


Roberto Bruno – Video – I'm flying away




Copyright by William Molducci

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