sabato 9 luglio 2016

Le3corde – Na!?

di William Molducci

Il berretto a sonagli”, di Luigi Pirandello, è una commedia in due atti il cui titolo si riferisce al berretto portato dal buffone, il copricapo della vergogna ostentato davanti a tutti. Il primo atto si chiude con la visita di Ciampa a casa di Beatrice, per convincerla a non denunciare il marito per adulterio, invitando la donna a usare la ragione e a dare una “giratina allo strumento”. Beatrice, sorpresa da tale affermazione, chiede di quale strumento stia parlando. Ciampa le risponde: “La corda civile, signora, deve sapere che abbiamo tutti come tre corde d'orologio in testa: la seria, la pazza e la civile. Per vivere in società, ci serve la civile, altrimenti ci mangeremmo tutti l'un l'altro, come tanti cani arrabbiati”. Ciampa, muovendo la mano destra come se tenesse tra l'indice e il pollice una chiavetta, conclude dicendo: “ E che faccio allora io? Do una giratina alla corda civile…”.



Questa breve sinossi spiega il nome che Giù di Meo (voce, chitarra), Maurizio Casciabianca (batteria) e Alessandro Martina (basso) hanno scelto per il loro trio, nato dalla volontà di unire musica suonata a poesia, musica cantata a teatralità, con tonalità che navigano tra il pop e il folk.
Il brano “Le tre corde (II)” è il manifesto di quest’opera prima, dove i ritmi ballabili accompagnano i richiami letterari, addolciti dal suono acustico, dalla calda e profonda voce femminile di Giù. Il brano inizia con le parole di Ciampa, lette da una bambina, la cui vocina costruisce un’atmosfera teatrale, subito raccolta dall’incalzare della musica.

Le3corde sono un trio da ascoltare dal vivo


Le storie de Le3corde si legano alla musicale popolare, l’uso della fisarmonica e dei cori fungono da collante con la nostra tradizione, così come con la splendida cover di “Ma che freddo fa”, simbolo di tanti anni di gavetta.

Il disco si apre con il basso di Alessandro che introduce “Non è vero”, seguito dalla voce di Giù, immedesimata nelle “balle da conforto” descritte nel testo della canzone, la cui ironia rivela situazioni quotidiane, dove l’assurdità dell’evidenza passa come normalità: “Non è vero che ci sia una cosa che appaghi più di un caffè, e se poi il tè non ti garba ma te lo offrono lo stesso con leggera superiorità, dirai loro non mi piace, dirai loro non lo voglio, e ti diranno di stare zitto, ma zitto non sto e canto…”.

Il tango “fischiato” di A.N.N.A profuma di Sud e di follia, i colori di una terra nera, magica e rara come la Sicilia, nel ricordo di un uomo che aveva il cuore di alghe e di corallo in fondo al mare. Il brano è dedicato a Peppino Impastato, morto di mafia, un eroe che non può risorgere ma la cui vita ha un po’ cambiato i pensieri della gente. La canzone è struggente e l’organetto di Vito Gasparro dona spessore a un “Amore che non avremo”.

La grafica dell'album è stata realizzata da Edoardo Boccanfuso


Di sana e robusta costituzione” è uno dei pezzi più orecchiabili e ballabili dell’album, la vocalità di Giù riporta al tempo delle feste popolari quando la politica era nelle piazze insieme alla gente e quando la spontaneità era “sincera”. La costituzione sana e robusta di cui si parla è quella della Repubblica Italiana: “130 articoli son tanti da imparare, ma mio caro onorevole li devi rispettare”.
Il mondo è colorato, un foglio bianco di vite altrui”, inizia con queste parole la dolcissima “Il mondo”, una favola con cui volare sopra ai tanti propri perché, per capire e cambiare.

Signor Buonasperanza” è un piccolo racconto dove si chiede una cura contro l’ignoranza per un bambino appena nato. La filastrocca raccoglie convenzioni, azioni e ipocrisie, sradicate dalla fede che viene dal basso, dalle regole imposte da religiosi e benpensanti: “ Mi chiedo cosa freghi a donna Rosa se il mio bambino non è moro e abbiamo deciso di non battezzarlo”. Il brano si ispira alla commedia "Gli esami non finiscono mai" di Eduardo De Filippo. Musica coinvolgente!

Frame tratto da "Il berretto a sonagli", portato in TV da Eduardo De Filippo nel 1979

In autunno” è una ballata allegra e apparentemente leggera, con armonie sincopate e cori utilizzati come strumenti d'accompagnamento. Ottima la similitudine tra la forza e la vita dell’albero con l’amore umano.

L’album, molto curato a partire dalla grafica realizzata da Edoardo Boccanfuso, è un piccolo gioiello da ascoltare con attenzione e da cui farsi trasportare in un modo di parole, gesti e tanta musica. La maturità del trio va ben oltre l’opera prima, il livello artistico raggiunto con “Na!?” si ottiene con esperienza, passione e tanti live. Gli 8 brani, rappresentano altrettante piccole perle da raccogliere e custodire con cura.

Nei crediti, riportati nel libretto del CD è riportata la seguente spiegazione del titolo dell’album: “Nel nostro Na!? c’è la bellezza dello stupore, la rabbia per un’ingiustizia, la felicità dei bei momenti. Stupitevi con un Na!?”.


Video – Signor Buonasperanza




Copyright by William Molducci

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