lunedì 13 febbraio 2017

Nicola Mogavero e Alessandro Blanco – Heptachord

di William Molducci

Il sottile ma intenso timbro del sax soprano di Nicola Mogavero trova, nel ritmo e negli assoli della chitarra classica di Alessandro Bianco, l’equilibrio per un complicato accostamento musicale. Nello spazio di poche note “Heptachord” passa dalle melodie mediterranee agli accenni di bossa nova, per incontrare nel prog e nei passaggi jazz la sua dimensione. “Heptachord” si sviluppa nel difficile equilibrio dei due strumenti, un’esplorazione che spesso ha scoraggiato i compositori ma allo stesso tempo uno stimolo e un limite da oltrepassare, una sfida.

Il disco di Mogavero e Blanco è l’insieme delle suite di Dimitri Nicolau e Melo Mafali, autori rispettivamente di “Grottapinta, Op. 200 e il “Trittico di Vulcano”.

Nicola Mogavero e Alessandro Blanco “raccontano” Heptacord

Al riguardo Mogavero ha affermato: “Le scelte di repertorio sono legate alla nostra naturale radice mediterranea. Dimitri Nicolau, gigante della musica greca tra XX e XXI secolo, è stato in grado di dipingere atmosfere e affetti talmente connotati, a livello melodico, ritmico, armonico e timbrico, da tirarci dentro ad un vortice di “mediterraneità” nuova e antica, oltre le mode, che il Trittico di Melo Mafali ha quindi potuto rilanciare. La matrice comune è immaginifica e descrittiva, a tratti cinematica, e di certo è quanto di più vicino a due personalità come la mia e quella di Alessandro: due figli di città di mare – Palermo e Messina – che spesso scappano a studiare in posti isolati, tra alberi e montagne”. 

Da sinistra: Alessandro Blanco e Nicola Mogavero
 
A sua volta Blanco ha dichiarato: “Una volta testato il seme di “Heptachord” con le nostre riletture e trascrizioni, ci imbattemmo in un brano originale per chitarra e sax soprano, grazie alla conoscenza diretta degli amici di Almendra. Si trattava di Grottapinta di Dimitri Nicolau, grande compositore greco molto vicino ad uno dei membri della factory palermitana. Fantastico! Il brano era scritto benissimo e gli equilibri funzionavano senza sforzi. Il sapore e gli affetti mediterranei della composizione di Nicolau ci fecero venire in mente che si poteva pensare a un progetto organico con anche musica nuova dalla nostra Sicilia. Fu così che coinvolgemmo Melo Mafali – compositore colto e “musicista totale” vicino anche a esperienze progressive rock – il quale, entusiasta, si mise al lavoro su Trittico di Vulcano, tre quadri sonori dall'arcipelago delle Eolie, che rispondevano agli affetti musicali di Dimitri con visioni e "sapori" mediterranei tanto cari anche a Nicola e me”.


Nicola Mogavero: “Gli equilibri su cui si regge Heptachord, in modo del tutto istintivo, non sono mai stati un problema su cui soffermarci. Ci siamo infatti incontrati e scelti proprio perché c’era un’affinità in tutti gli ambiti, primo tra tutti quello della performance: Alessandro è un chitarrista con una presenza sonora pari a pochi altri, io col sax provo semplicemente a non dargli troppo fastidio. Per il repertorio abbiamo all’inizio scavato ognuno nel proprio pregresso e nel proprio bagaglio, ma le soluzioni cominciarono a venir fuori pian piano, tra ricerche e le tante collaborazioni con altri musicisti, così siamo riusciti a creare un repertorio originale aperto a ogni contributo coerente con le nostre identità e quindi con “Heptachord”, cui affianchiamo, tra sfida e coerenza, una linea di ricreazione di alcune pagine del XX secolo, come ad esempio le “Six Melodies” di John Cage. 

 
Alessandro Blanco ricorda: “Heptachord nasce da un'estrema sintonia umana tra noi due e da un'innata curiosità e ricerca del 'nuovo', a maggior ragione per la pressoché totale assenza di musica originale per questo insolito duo. L'oggettiva difficoltà di accostare una chitarra non amplificata al sax soprano, così presente dal punto di vista della pressione sonora, ha scoraggiato i compositori, ma come spesso è accaduto nella storia della musica, l'interprete può essere punto di partenza per nuove strade prima impraticabili. Iniziammo a testare trascrizioni varie, scoprendo che l'equilibrio era in realtà possibile: il chitarrista doveva avere un buon “forte”, il sassofonista un buon “piano”, oltre ai normali parametri utili a qualsiasi insieme da camera. Non ci volle molto per capire che “Heptachord” poteva partire”.

Copertina dell'album "Heptachord"


Dimitri e la valle dei mostri

Dimitri Nicolau, scomparso nel 2008, ha iniziato a comporre musica a tredici anni, con “Sonata per mandolino e pianoforte”, tra gli altri suoi componimenti “La melodia ritrovata” e la suggestiva e mediterranea “Grottapinta Op. 200”, ripresa con passione e talento da Mogavero e Blanco.
La valle dei mostri” chiude il trittico di Carmelo (Mele) Mafali, esasperando la chiave progressive della composizione, che nei due momenti precedenti (Danza delle lucertole sulle pietre di lava e Un deserto stellato) riesce a coinvolgere sonorità differenti tra loro, legate dal sax soprano di Mogavero e dall’atmosfera eoliana. New Age, jazz e prog si fondono e rendono unica la performance. Pregevole l’apporto di Alessandro Blanco, la sua chitarra dona spessore a un sassofono che coglie l’attimo e raggiunge i pensieri di chi l’ascolta.

Fotografie di Francesca Cicala
 



Copyright by William Molducci

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